Luigi Bianco, «Recensioni». 10 Classici per l’Estate

L’estate è ormai esplosa, ricca, come suo solito, di profumi intensi, amori epici e notti infinite. Stagione carica di tempi dilatati, di spazi da creare, di viaggi nutrienti e di tanto (o almeno abbastanza!) tempo da dedicare e dedicarsi. Come nostra consuetudine, crediamo fortemente che un buon libro possa riempire e dar senso vero e pieno a quell’otium tanto decantato dai nostri amati Romani e che significava, per l’appunto, quel periodo di tempo privo di impegni pubblici o privati e da dedicare, attraverso lo studio o la lettura, alla propria anima. Abbiamo dunque scelto e selezionato per voi dieci grandi classici adatti al caldo di questi mesi, da leggere con leggerezza (d’animo, s’intende!) e passione fra un bagno in un mare azzurro e cristallino o una passeggiata al chiarore delle stelle. Iniziamo!

 

  1. ALCESTI – EURIPIDE

Una delle tragedie più conosciute e celebrate del drammaturgo greco, Alcesti è la storia di un amore che sa oltrepassare la morte per poi vincerla. Il dio Apollo, riconoscente per l’ospitalità, riesce ad ottenere per il re di Tessaglia Admeto di sfuggire alla morte a patto che una persona si offra, al suo posto, all’insaziabile dio Thanatos. Admeto prega forsennatamente tutti di offrirsi per lui ma genitori, parenti e amici tacciono ammutoliti di fronte alla morte. Solo Alcesti, moglie fedele e amante sincera, si abbandona alla morte senza indugi per salvare la vita del suo uomo. Distrutto e prostrato per la perdita, Admeto incontrerà per la strada Eracle che porta con sé in braccio una schiava dal volto velato e che inizierà ad insistere affinché venga presa dal re stesso. Il velo viene tolto e – gioia e sconcerto! – Admeto riconosce la sua amata creduta persa per sempre: ricongiunti e felici vivranno il loro amore passionale che tutto vince e tutto ha vinto.

“Divertiti, bevi, pensa che a te appartiene la vita giorno per giorno: il resto è della sorte”

 

  1. UNA VITA PARALLELA – PLUTARCO

Le Vite parallele di Plutarco (in greco Βίοι Παράλληλοι) sono 50 biografie, 46 delle quali messe a confronto di due in due formando 23 coppie, di illustri personaggi dell’antica Grecia e della Roma latina. La particolare anatomia dell’opera fa sì che le biografie messe a confronto facciano emergere vizi e virtù di uno e dell’altro personaggio in relazione. Tutte le coppie biografiche si concludono, infine, con un piccolo sunto volto a mostrare effettivamente tutte le analogie e le differenze. La scelta è molto ampia e articolata: ci si può immergere nelle storie dei due grandi (e primi) monarchi rispettivamente di Atene e Roma, Teseo e Romolo; ascoltare e gustare la vita di due fra i più grandi oratori, Cicerone e Demostene; oppure è possibile appassionarsi profondamente penetrando nelle vite dei due più grandi condottieri passati alla storia, Alessandro e Cesare. E ancora possiamo trovare le storie di Pericle e Quinto Fabio Massimo, Cimone e Lucullo, Dione e Bruto, e lascio a voi il piacere di scoprirne altre. Insomma, c’è davvero l’imbarazzo della scelta!

“Ma il libro dei libri per me, e che in quell’inverno mi fece veramente trascorrere dell’ore di rapimento e beate, fu Plutarco, le vite dei veri grandi” (V. Alfieri)

 

  1. DE AMICITIA – CICERONE

Scritto attorno al 44 a.C. da Cicerone, il Laelius de amicitia (questo il nome completo) è un dialogo filosofico tenuto da Lelio insieme a Muzio Scevola e Gaio Fannio. Lelio rievoca, a pochi giorni dalla morte, la figura dell’amico Scipione Emiliano e ne fa scaturire una articolata dissertazione sul valore profondo dell’amicizia e sulle sue finalità. La parola fondamentale per Cicerone, e per tutto il mondo romano, è fides, la piena e concreta fiducia nell’altro che, per estensione, diviene sinonimo di onestà, aderenza ai patti, forte dovere morale e coscienza stessa dell’individuo. La fides, così come l’amicizia, è un valore che si realizza pienamente nella categoria dei boni, veri uomini virtuosi ai quali è affidata l’amicizia perfetta. L’amicizia, dunque, come valore fondamentale e fondante della virtù dell’uomo.

“Firmamentum autem stabilitatis constatiaque eius, quam in amicitia quaerimus, fides est; nihil estenim stabile quod infidum est”

 

  1. HEROIDES – OVIDIO

Turbinio d’amore e passione, struggente ricerca e profondo desiderio, le Heroides di Ovidio offrono un esempio della potenza dell’animo umano. L’opera è una raccolta di 21 lettere d’amore (ovviamente fittizie) di alcune fra le più conosciute eroine della mitologia antica. Fra le lettere troviamo anche alcune risposte di uomini quali Paride, Leandro e Aconzio. Un tema molto ricorrente all’interno delle epistole è quello dell’abbandono, nonché del tradimento: questo permette di caricare l’opera di canti alti e di passione totale che avvolge le amanti, e i lettori con esse. Lo strazio di Arianna, il tormento di Penelope, l’ira di Didone, il delirio di Medea: la fine sensibilità femminile è mostrata e svelata passando per il mito e per la passione profondamente umana.

“Un altro amore… un’altra Didone e altre promesse dovrai fare, per poter tradire di nuovo”

 

  1. CANDIDO – VOLTAIRE

Scritto da Voltaire in polemica con la teoria di Leibniz secondo cui viviamo sempre “nel migliore dei modi e nel migliore dei mondi possibili”, il Candido è un racconto filosofico, perfetto esempio di arguta ironia. Il protagonista della storia, Candido, è un giovane ingenuo e di buon cuore che viene educato dal barone Pangloss, fedele sostenitore delle teorie di Leibniz. Il giovane si innamora della figlia del barone, Cunegonda, ma scoperto da Pangloss viene cacciato dalle sue proprietà. Dopo una serie di peripezie che lo vedono protagonista e spettatore in lungo e in largo, Candido si convince sempre più che la perfetta felicità non esiste, fino a che non decide di ritirarsi in una fattoria per il resto dei suoi giorni. Il racconto, seppur ricco di spunti di riflessione, non smetterà di divertire e far sorridere il lettore mescolando più volte tragico e comico.

“«Voi dite bene», rispondeva Candido; «ma noi bisogna che lavoriamo il nostro orto»”

 

  1. CAMERA CON VISTA – EDWARD MORGAN FORSTER

Scritto all’inizio del XX secolo, Camera con vista di E.M. Forster è un vero capolavoro che dipinge la cultura ottusa e borghese dell’Inghilterra della metà dell’Ottocento. Lucy, la protagonista, è una giovane timorata e repressa appartenente alla borghesia inglese. In un viaggio in Italia con la cugina Charlotte, a Firenze per la precisione, conosce l’intrepido e anticonformista George del quale, non a cuor leggero, s’innamora. La vicenda gira attorno al tormento di un amore culturalmente impossibile, recisa fra il richiamo alla natura dei paesaggi visitati e la terribile e temibile cugina Charlotte che resta legata alle tradizioni e ai doveri. Inoltre, nota piacevole e incantevole, fra le pagine di questo romanzo si assapora davvero, in maniera vivida e idillica, la natura e i paesaggi della colorata e poetica primavera toscana.

“So per esperienza che i poeti hanno ragione: l’amore è eterno”

 

  1. I VIAGGI DI GULLIVER – JONATHAN SWIFT

Ricco di avventure e ironia, I viaggi di Gulliver è il capolavoro riconosciuto e affermato dello scrittore irlandese J. Swift. Questo romanzo narra delle avventure e disavventure del medico di bordo Lemuel Gulliver. Lemuel, nel corso dei suoi quattro viaggi, incontrerà isole e personaggi fantastici fra i più vari. Sotto un apparato ben costruito di stampo quasi fiabesco, Swift nasconde (ma non troppo!) una scrittura satirica dalla quale emerge crudamente la nuda miseria della natura umana. Ispirandosi alla letteratura di viaggio, il libro si può leggere sotto molteplici punti di vista, dall’avventura alla narrazione, dalla satira al fantastico facendone un classico sempre vivo e vivibile nella nostra memoria.

“Le qualità essenziali per diventare un legislatore sono l’ignoranza, l’ozio e il vizio”

 

  1. NARCISO E BOCCADORO – HERMANN HESSE

Narciso e Boccadoro, romanzo di Herman Hesse, resta un libro fondamentale per affrontare il rapporto con l’alterità e con la diversità. Ambientato nel Medioevo, le vicende narrano della vita e dell’amicizia di Narciso, giovane quieto e promettente monaco nonché maestro di greco, e Boccadoro, quasi coetaneo del primo dal temperamento artistico e dall’animo turbolento. I due si ritrovano ben presto alla ricerca del sé interiore, dilaniato e nutrito insieme dai contrasti interiori che sempre sono legati alle scelte della vita. Hesse riesce qui a portare alla luce il cammino che l’interiorità può e deve intraprendere partendo dalla propria natura che provoca, ed è provocata, dallo scontro con la diversità. Un libro vero, bello, intenso e importante; struggente: un vero amico.

“La nostra meta non è di trasformarci l’uno nell’altro, ma di conoscerci l’un l’altro e imparare a vedere e a rispettare nell’altro ciò che egli è”

 

  1. NINFALE FIESOLANO – GIOVANNI BOCCACCIO

Il poemetto di Giovanni Boccaccio intitolato Ninfale fiesolano è un’opera risalente al 1345 dal sapore mitologico. La trama e le ragioni che reggono le vicende però sono sempre di natura amorosa. Il pastore Africo, attirato da una riunione di ninfe, si innamora perdutamente della bella e giovane Mensola. Non riuscendo ad avvicinare le ninfe, il pastore si rivolge disperato a Venere che gli consiglia di travestirsi da donna. Mensola, dopo molto tempo, cede alle avances di Africo e ne resta incinta: essendo però devota a Diana (e quindi avendo compiuto il voto di castità) decide di non vedere più il pastore per i sensi di colpa. Africo, a questo punto, si suiciderà in un fiume. Diana, adirata per il pargolo nascente, tramuterà anche Mensola in un fiume e il figlioletto Pruneo verrà così affidato ai genitori del pastore. Il poemetto ha termine con la narrazione del mito che sta alla base della fondazione di Fiesole, l’attuale Firenze.

“Amor mi fa parlar, che m’è nel core / Gran tempo stato e fatto n’ha suo albergo, / E legato lo tien con lo splendore”

 

  1. PENSIERI – GIACOMO LEOPARDI

Grande classico della letteratura italiana ed europea, i Pensieri di Leopardi non hanno bisogno di grandi presentazioni: 111 pensieri sono stati raccolti e sistemati proprio da Leopardi ma pubblicati postumi da Antonio Ranieri. È un’opera composta da varie considerazioni e riflessioni di varia estensione ma tutte comunque brevi, scritti in forma aforistica e riguardanti temi fra i più diversi. In parte nuovi e in parte estensioni di temi già trattati nello Zibaldone, i Pensieri formano una sorta di manuale di “filosofia pratica” nel quale Leopardi condensa riflessioni sull’uomo, sulla natura, sulla società, sulla vita, sulla morte. Riteniamo, in questa sede, che in conclusione di questa serie di brevi consigli letterari il poeta Giacomo Leopardi debba rivestire un ruolo di rilievo. E che possa essere per noi davvero un Maestro. Perché amare Leopardi? Citando un articolo di Repubblica risponderemmo così: perché ha lottato tutta la vita per tenere insieme verità e bellezza. E i Pensieri ne sono un chiaro e vivo esempio.

“Nessun maggior segno d’essere poco filosofo e poco savio, che volere savia e filosofica tutta la vita”

 

Questi i nostri consigli per l’estate. Anche solo uno di questi grandi classici, crediamo, può cambiare vivamente e profondamente la nostra vita arricchendola di pura e sincera Bellezza. In un mondo brutto e abbrutito dalla volgarità e dall’ignoranza, dal consumo spregiudicato e dalla cultura dell’utile, un vero e sincero (ma anche leggero, questo è fondamentale) ritorno ai grandi classici può e deve essere un nostro punto di partenza. Solo con la lettura, con la cultura, con lo studio e, soprattutto, con l’umanità possiamo davvero lasciare un nostro segno nel mondo. E ancora ci permettiamo di insistere ancora sulla leggerezza con cui i classici devono essere presi e ripresi: troppo spesso, terribilmente e assurdamente, i classici sono sinonimo di pesantezza, di noia, di martirio oseremmo dire pensando alle facce delle persone alle quali si affida o consiglia un testo del genere. Tutto ciò è ingiusto e privo di fondamento: i classici, affondando davvero le radici nell’animo umano, riescono sì a far riflettere, capire e capirci (e per fortuna!), ma anche a divertire, nutrire e far felici nella maniera più semplice e diretta possibile.

Prima di lasciarci e di lasciarvi alla vostra meritata estate, occorre un’altra citazione, che assume tutto il valore di vero monito morale, che condensi quanto detto precedentemente: otio cum dignitate, ozio con dignità… perché perdere la dignità si sa, è da oziosi!

Buona Estate!

Luigi Bianco

4 commenti Aggiungi il tuo

  1. Carla ha detto:

    Le Heroides sono bellissime e mi hai fatto venir voglia di leggere Narciso e Boccadoro!

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    1. louisbookworld ha detto:

      Grazie infinite. Beh allora saprai cosa leggere quest’estate! 🙂

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      1. Carla ha detto:

        Beh oddio, questo lo devo mettere in coda tra i millemila libri che ho già e che attendono la mia attenzione 😀

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  2. Simona ha detto:

    Molto belli come titoli – belli soprattutto perché di solito quando pensiamo ai classici pensiamo in realtà ai classici moderni, degli ultimi due secoli diciamo, e sicuramente snobbiamo tutto quello che viene prima dell’anno mille. Faccio un mea culpa, perché la mia estate la voglio dedicare ai classici moderni russi! 🙂

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